Consigli dello psicologo su come comunicare la separazione ai figli
Da psicologo che lavora con le coppie in crisi mi trovo spesso ad affrontare il problema di come dire della separazione ai figli. Almeno una volta alla settimana ricevo una chiamata da chi legge il mio blog dove il genitore chiede aiuto sul come comunicare ai figli la notizia della separazione. In questo articolo alcuni consigli generici. Se poi persistono i dubbi, meglio rivolgersi a me o ad un collega esperto. I bambini sono una delle cose più importanti e delicate che noi adulti abbiamo. L’articolo è lungo e in fondo ad esso trovi il link per accedere ad un libro che ho scritto proprio su questo argomento.
La prima cosa da fare è parlarne insieme, partendo dal presupposto che bisogna mettere da parte ostilità e litigi ed unirsi solo per l’interesse prioritario dei propri figli perché, non è la separazione in sé a causare danni ai bambini, ma il persistente disaccordo tra i genitori. Molte coppie con figli arrivano alla decisione di separarsi ed ovviamente il primo pensiero quando si deve affrontare questa situazione va subito ai figli ed a come potrebbero reagire, per cui si cerca il modo migliore per annunciarlo.
Ogni bambino avverte del malessere per la separazione dei propri genitori e provare a negarlo genera solo effetti negativi perché il vero disagio, non si palesa per la separazione in sé ma per la veemenza dell’ostilità e per l’esistenza di complicazioni nel rapporto genitori-figli. Nel coinvolgimento dei figli è di grande rilevanza che i genitori provino a fissare tra di loro un serio rapporto per restare legati nella separazione e per poter conseguire congiuntamente una collaborazione su come e quando comunicare la separazione ai figli.
Riflessioni che anticipano la preparazione del discorso:
1) Parlare del contesto in maniera reale ma evitando di trascinare nel conflitto i figli perché, è giusto spiegar loro la realtà della nuova situazione, ma bisogna evitare di trascinarli in rammarichi e sofferenze che sono di pertinenza solo della crisi di coppia e per questo non li devono coinvolgere.
2) Sospendere il conflitto. Ancor prima di comunicare la separazione ai figli, si deve stabilire assieme un metodo sulle maniere ed i tempi per farlo. Mettersi d’accordo significa interrompere momentaneamente l’ostilità individuale per difendere le necessità dei figli e sperimentare una nuova funzione di genitore separato ma congiunto per l’interesse dei figli.
3) Qualsiasi sia la causa della separazione la notizia va data da entrambi i genitori insieme perché non è giusto che uno solo di essi si prenda in carico tutta la responsabilità. In alternativa, si veda la parte qui sotto dell’articolo dove tratto il caso di comunicazione congiunta e disgiunta. In casi di conflittualità non è detto che la notizia debba essere data da entrambe i genitori nello stesso momento.
4) Il metodo migliore è comunicare la nuova situazione con affetto e scegliendo un posto tranquillo ed al riparo da intromissioni ed ostruzioni, mostrandosi amorevoli e sedendosi accanto a loro. La notizia indispensabile da trasmettere è che mamma e papà sentono il bisogno di vivere separati perché non vanno più d’accordo e per questo motivo hanno bisogno di due case diverse. Ovviamente i figli verranno continuamente amati come prima e si farà di tutto per andare d’accordo come genitori. Nel caso ci siano più figli bisogna comunicare la notizia a tutti insieme ma poi bisogna concedere ad ognuno di loro la possibilità di poter parlarne da soli per poter ascoltare interrogativi ed inquietudini individuali.
5) Bisogna prestare molta attenzione e dare la giusta considerazione alle reazioni dei figli perché le risposte istantanee possono essere molteplici e non molto rivelatrici. Un bambino può sembrare tranquillo solo perché cerca di compiacere ai genitori ma in realtà fa fatica ad accettare questa situazione ed al contrario, un altro bambino, può scoppiare in rabbia e pianti dando così una replica liberatoria ed esibendo il suo modo di comunicare le emozioni e la sua rapida elaborazione. La cosa più importante è che di fronte ad una crisi di pianto non bisogna tranquillizzare il bambino con una versione addolcita della realtà perché i bambini non devono coltivare false speranze da cui alla fine resterebbero soltanto amareggiati. Bisogna essere invece molto chiari perchè le scelte della coppia non devono riguardare il rapporto con i figli.
6) Bisogna offrire ai piccoli la giusta rassicurazione perché è bene che capiscano ben chiaramente di non essere loro i responsabili della separazione. Bisogna tranquillizzarli che l’amore dei genitori per loro non cambierà mai ma che purtroppo l’affetto tra marito e moglie può variare nel tempo. La cosa più importante è che i figli percepiscano che il sentimento nei loro confronti non verrà mai a mancare e bisogna spiegargli che la nuova situazione dei genitori non ostacolerà in nessun modo il loro amore ed il loro bene nei loro confronti neanche dopo la separazione.
7) Bisogna mettere in risalto tutte le cose belle della vita di coppia perché l’influenza negativa nella diffusione della scelta di separarsi può essere alleviata dagli elementi positivi della vita passata come ad esempio il primo incontro, l’amore condiviso e la scelta di avere figli. La cosa più importante è lasciare da parte tutti gli eventi negativi che hanno portato alla separazione perchè i ricordi positivi sono di particolare supporto al dolore ed all’autostima dei figli, riportando loro l’immagine di una coppia amorevole e confermandogli che la scelta della separazione non è colpa loro.
8) La separazione non è obbligatoriamente un avvenimento negativo. Divorziare è un momento molto avverso ed il più delle volte implica sofferenza all’interno della famiglia ma, dopo la difficoltà iniziale, può capitare che si inneschino progressi positivi come il miglioramento nei rapporti perché la fine della convivenza può smorzare le opposizioni generate dalla condivisione della vita quotidiana.
9) Restare insieme per il bene dei figli non è mai la scelta giusta perchè si corre il rischio di esporre i figli a persistenti ostilità e travolgerli con incombenze sanatorie che non sono di loro responsabilità. Molte coppie si forzano per restare insieme per il bene dei figli ma le scienze psicologiche hanno più volte comprovato che non è la separazione di per sé a causare danneggiamenti ma il ricorrente disaccordo tra i genitori.
10) Molte coppie di genitori credono di salvaguardare i propri figli smentendo la crisi di coppia ma non bisogna mai negare la verità perché l’assenza di chiarimenti è dannosa per un bambino che, rendendosi conto dei problemi, avanzerà soluzioni ed interpreterà la realtà nel modo sbagliato, sentendosi un illegittimo responsabile. Non sussiste una realtà tanto difficile da non poter essere spiegata. Ovviamente bisogna dare una spiegazione in modo proporzionato all’età del bambino ma la comprensione di quello che sta succedendo li aiuta a ritrovare la propria stabilità. Di seguito una serie di risposte a domande frequenti. Le coppie che si rivolgono a me per una consulenza, telefonica oppure online o in studio chiedono:
Fino a che età ci si può separare senza dare spiegazioni ai figli?
Indicativamente, fino ai due-tre anni di età non è necessario ufficializzare il distacco con le parole perché nei primi anni di vita i bambini non hanno la giusta capacità di capire del tutto l’espressione “separazione dei genitori” e, di conseguenza, anche utilizzando la massima accortezza nell’uso di ogni singola parola, la notizia creerà solo confusione senza arrivare all’obiettivo di “far capire”. Eventualmente, se il/la bimbo/a comprende il concetto di dormire in lughi separati si potra dire che “mamma dormirà nella casa di mamma e papa nella casa di papa”.
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Se il bambino è molto piccolo come ci si deve comportare?
Solitamente il papà diventa il genitore non affidatario ma al bambino non bisogna negare la possibilità di stare molto spesso anche con lui. Con il tempo il piccolo arriverà a capire che il papà non dorme più con la mamma, non mangia più con loro e non guarda più la televisione, ma c’è ancora e continua ad essere presente. Il papà quando sono insieme è sempre amorevole, giocano, ridono e scherzano ma devono farlo in un’altra casa, la “casa del papà”. I bambini piccoli si adattano molto velocemente alle nuove abitudini senza avvertire effetti negativi, ma solo a patto che non vengano esposti a sceneggiate, urla e giochi al massacro tra i genitori.
E’ vero che una volta separati i genitori non devono più stare tutti insieme perché potrebbero far nascere false speranze nel bambino?
Non esiste una risposta universale per tutte le situazioni perché dipende tutto dal rapporto tra i genitori. Se questi hanno ancora un legame amichevole allora va benissimo che qualche volta stiano tutti assieme per dare al bambino una prova aggiuntiva dell’amore di entrambi ma se tra i genitori sono ancora presenti ostilità ed avversioni allora è meglio evitare perché il bambino sentirebbe sicuramente la negatività e potrebbe restarne turbato.
Come comunicare la separazione al figlio quando ha raggiunto un’età per cui è in grado di comprendere?
Come detto sopra, i genitori con molta semplicità dovranno spiegare che, pur continuando a volersi bene, non vogliono più vivere nella stessa casa e subito dopo devono mettere in risalto che l’amore di entrambi per lui resterà sempre lo stesso e che entrambi saranno sempre presenti e che potrà costantemente contare sul loro aiuto. Non bisogna però solo fare una “dichiarazione di intenti”, bisogna infatti, con il tempo, dare conferma delle parole con i fatti.
I genitori devono parlare insieme oppure separatamente?
La risposta non è univoca e dipende molto dal grado di conflittualità dei genitori. Se la conflittualità impedisce di avere un incontro sereno e senza interruzioni allora è probabilmente meglio che ciascun genitore parli da solo con il bambino perché, in questo modo, si evita il negativo “effetto triangolo” cioè quando un figlio ha l’impulso di coalizzarsi con uno dei genitori a svantaggio dell’altro.
Basta veramente poco per far succedere questo, infatti, uno sguardo più triste, un’intonazione di voce più addolorata ed il bambino si schiererà con il genitore che ritiene più debole ma questo porta il genitore “messo da parte” a sviluppare sentimenti di autocommiserazione o addirittura di grande ostilità nei confronti dell’ex coniuge, portandolo ad avere atteggiamenti errati e dannosi. Ovviamente il contenuto del dialogo deve prima essere stabilito da entrambi che dovranno poi dire all’incirca la stessa medesima cosa, nonostante avvenga in momenti diversi.
In casi di estrema conflittualità e poca fiducia fra i genitori ho proposto di registrare la conversazione con il bambino/a in modo che il partner assente potesse poi ascoltarla. Inoltre, chi parla alla prole sapendo di essere poi riascoltato tende a lanciarsi di meno in invettive o comportamenti sleali. Se invece i genitori si separano in modo civile, allora è tranquillamente possibile avere una riunione di famiglia piena di amore (verso i figli) e rispetto fra i parnters.
Qual è lo sbaglio più grave che si può commettere quando si dice ai figli che ci si separa?
Esistono due gravissimi errori che possono proiettare il bambino in uno stato di grande apprensione, cioè quando un genitore mette in cattiva luce l’altro ed il voler portare il figlio dalla propria parte incoraggiandolo nel prendere le distanze dall’altro genitore. Esercitare su di lui una pressione psicologica allo scopo di farlo in qualche modo schierare dalla parte di un genitore piuttosto che dall’altro è per lui una vera e propria violenza perché il bambino ama entrambi i genitori allo stesso modo e viene fatto partecipe di una sfida che non è in grado di comprendere.
Bisogna dirlo subito che il papà andrà a vivere in un’altra casa?
Sì, con i bambini (in grado di comprendere) è giusto mettere in risalto fin da subito questo avvenimento dicendo che, siccome mamma e papà non staranno più insieme, il papà andrà a vivere in un’altra casa oppure il contrario, in base a chi sarà il genitore affidatario.
E’ favorevole per il bambino rimanere nella stessa casa di prima dopo la comunicazione della separazione ai figli?
Se è possibile, sì, è meglio non spostare il bambino dalla sua casa perché un tale cambio può provocare un forte stress e, nel momento della separazione, è bene abolire qualunque fonte di tensione emotiva.
Nella “casa del papà”, il bambino, è giusto che abbia una stanza tutta per sé?
Nella casa del papà è bene che il bambino abbia una stanzetta tutta per sé così da non sentirsi un ospite nella casa del padre. Nel caso non fosse possibile creare una camera, occorre almeno mettergli a disposizione uno spazio con qualche cassetto solo per lui, con vestitini e biancheria, un baule dove mettere i giocattoli che restano nella casa del papà, una piccola scrivania con quaderni, colori e libri in modo tale da farlo sentire ben accolto e soprattutto atteso.
Se nella vita di uno o di entrambi i genitori subentra un’altra persona, se ne deve parlare da subito con il bambino?
L’esperienza dell’incontro di un nuovo compagno o di una nuova compagna dei genitori deve accadere nel modo più graduale possibile, iniziando incontrandosi ai giardini pubblici, dopo un pò si può programmare un cinema od una pizza in compagnia, in ogni caso, non bisogna per nessun motivo forzare le cose ma aspettare con pazienza il tempo giusto per farlo.
Come si deve comportare il nuovo partner dopo aver detto che ci dividiamo?
Per il nuovo compagno o la nuova compagna è necessario presentarsi in modo spontaneo e non invasivo. L’esagerare con le attenzioni è sbagliato perchè i bambini sono svegli ed intelligenti e capirebbero subito la falsità di un comportamento troppo malleabile diretto ad assicurarsi accordi ed amicizie e certamente si metterebbero sulla difensiva. Questo non vuol dire che non devono esserci apertura e disponibilità ma non bisogna forzare le cose perchè ogni esagerazione è da bandire. ATTENZIONE HO SCRITTO UN LIBRO SPECIFICO CON ESEMPI PRATICI E FRASI FATTE SU QUESTO ARGOMENTO, SE INTERESSATA/O VAI IN FONDO A QUESTO ARTICOLO PER L’ACCESSO ALLA VERSIONE SCONTATA o Clicca qui
In che modo si parla della presenza di un’altra persona al fianco di uno o tutti e due i genitori?
Per spiegare al bambino la presenza di un’altra persona è necessario andare per gradi. All’inizio si spiegherà che dopo la separazione la mamma, od il papà, ha cominciato ad uscire e star bene anche con altre persone, e per questo ha trovato un nuovo amico, o amica. E’ fondamentale far capire al bambino che si tratta di una persona di fiducia e su cui anche lui può contare. Del legame affettivo se ne parlerà più avanti, con i giusti tempi perchè è sempre meglio non affrettare le cose. In ogni caso, è necessario evidenziare che quel signore o quella signora non andranno a sostituire nessuno perchè, altrimenti, il bambino potrebbe vederli come invasori all’interno del proprio nucleo familiare, a discapito di un legame futuro.
se hai letto fino a questo punto vuol dire che hai a cuore il benessere psicologico dei tuoi figli e non vuoi fare scelte azzardate. Nella mia esperienza ho affrontato casi simili e ti confermo che non è semplice. Se vuoi puoi fissare un appuntamento dal tasto qui sotto.
Di seguito un aggiornamento dell’articolo basato su quesiti fatti da lettori:
Quando devo comunicare il divorzio ai figli?
Molti genitori si fanno la domanda di qual è il momento più opportuno per parlare di questa scelta con i figli e tendono molto spesso a rimandare, aspettando un momento più adatto per sostenere una scelta così complessa. La cosa migliore è aspettare il momento in cui la scelta è definitiva ma è anche molto importante tenere bene a mente che i bambini vivono la quotidianità familiare e sono molto abili nel capire se qualcosa sta cambiando.
I piccoli sono bravissimi osservatori, attenti ai dettagli, ed avvertono i cambiamenti all’interno della propria famiglia molto più in fretta di chiunque altro, arrivando ad apprendere della separazione molto tempo prima che mamma e papà lo comunichino. Avviato il percorso della separazione è molto importante parlare con i propri figli per scongiurare possibili sentimenti di disapprovazione e sensi di colpa che possono scaturire nei bambini che tentano di trovare da soli delle risposte ai loro quesiti perché i bambini tentano di chiarire da soli ciò che sta capitando e molto spesso tendono ad auto colpevolizzarsi ed a perdere la fiducia nei propri genitori.
Dottore, ho letto il suo articolo. Potrebbe essere più preciso nel descrivere come dire ai figli della nostra separazione?
Comunicare la separazione è un momento molto importante perché, quando i genitori rendono effettiva questa scelta, si viene ad alterare il sistema familiare. Questa scelta deve essere annunciata ai propri figli con chiarezza usando parole semplici proporzionate alla loro età e, se possibile, deve essere fatto insieme. Per i figli è nocivo rimanere a lungo in uno stato di dubbio, confusione o falsità ed in balia degli eventi perché non bisogna mai dimenticare che i figli sono particolarmente svegli e sensibili nel capire gli stati emotivi degli adulti di riferimento.
Sapere che si può parlare in tutta libertà permette al bambino di manifestare le proprie emozioni e consente all’adulto di poterle distinguere. E’ giusto far sapere al bambino che la propria mamma ed il proprio papà saranno sempre i suoi genitori anche se il matrimonio termina e non vivranno più tutti insieme nella stessa casa. È di vitale importanza per mamma e papà evitare di far diventare i propri figli i custodi dei loro segreti perché si sentirebbero presi in mezzo al conflitto dei genitori. Non esiste una regola che va sempre bene per annunciare la separazione ma bisogna determinare ogni distinta situazione anche se, in linea generale, si può sottolineare che è importante comunicare insieme la notizia in modo tale da scongiurare diverse varianti della storia, evitando di rendere esplicito il motivo per il quale non si va più d’accordo ed il motivo che ha portato a questa decisione.
E’ inoltre importante l’uso di parole semplici e adatte all’età ed al livello di crescita del bambino ed è fondamentale lasciargli esprimere i suoi dubbi e le sue perplessità attraverso l’uso di domande ed osservazioni. Bisogna essere chiari e decisi nella spiegazione chiarendo che la scelta è stata valutata a lungo e che non è possibile far niente per modificare la situazione, in modo tale da limitare nel bambino i sogni di riavvicinamento dei genitori che, al contrario, sono irrealizzabili. E’ sconveniente esporre dettagli che i bambini non sono in grado di comprendere e che rischiano di confonderli, invece, è importante confermare con le parole ed i fatti che, nonostante la separazione, la mamma ed il papà ci saranno sempre e questo messaggio deve essere sempre spiegato ai bambini perché non sono in grado di separare il legame matrimoniale da quello genitoriale.
Quando si prende la decisione di annunciare la separazione bisogna sempre tenere a mente che questo produrrà sentimenti ed emozioni molto forti ed ambivalenti soprattutto nei bambini che molto spesso esprimono la loro sofferenza mentre, altre volte, si esprimono con atteggiamenti a cui i loro genitori devono prestare molta attenzione. I piccoli necessitano di parlare della separazione, di comprendere cosa sta accadendo e cosa capiterà e per questo è fondamentale tenere il dialogo anche se sono ancora piccoli, per tranquillizzarli e rispondere ai loro dubbi ed alle loro paure.
Può capitare che a volte i piccoli manifestano determinate difficoltà nel comunicare sinceramente con i loro genitori perché, molto frequentemente, hanno paura di farli soffrire o di accrescere il loro dolore. Per questo motivo, esistono dei gruppi di parola che possono servire come tramite per aiutare i piccoli a manifestare le loro emozioni e semplificare la comunicazione genitore-figlio su un tema tanto difficile ma quotidiano.
Dottore, nella sua esperienza come reagiscono i bambini?
In base all’età del bambino, le risposte emozionali possono essere le più disparate e passare da momenti di rabbia, al pianto ed alla paura per l’insicurezza sul chi si prenderà cura di lui ma può anche capitare che i figli si chiudano nel silenzio e nell’isolamento. Si possono anche manifestare atteggiamenti esternalizzati od internalizzati che si risolvono semplicemente con l’aiuto degli adulti di riferimento, che guideranno i bambini o i ragazzi ad accogliere la situazione senza ostilità tra di loro. Con il passare del tempo, all’incirca due anni, senza eventi sfavorevoli, la maggior parte dei minori recupera una stabilità interiore ed, una volta adattati al nuovo contesto familiare, dimostreranno con confermata fiducia i sentimenti di consenso e di approvazione affettiva.
La scuola deve essere informata del nuovo assetto famigliare?
Gli insegnanti è giusto che siano al corrente dei cambiamenti familiari il prima possibile perché, specialmente nelle fase di determinazione della separazione, i bambini mostrano complicazioni comportamentali che si ripercuotono sull’andamento scolastico. Una volta sistemata la separazione e soprattutto rientrata l’ostilità tra i genitori, il disagio in ambiente scolastico scompare. E’ molto importante, quando possibile, parlare stabilmente con gli insegnanti e non trascurare mai le considerazioni all’interno della classe, soprattutto quando le difficoltà manifestate non rientrano. Nell’ipotesi, ci si può rivolgere ad uno psicologo che può aiutare a comprendere quello che sta provando il bambino od il ragazzo in quella situazione.
Come tenere lontano i figli dal conflitto?
Sicuramente la cosa migliore è tenere i figli lontano dalle ostilità, soprattutto quando si sta ancora formulando l’ipotesi della separazione, perché possono sentirsi privati delle loro sicurezze di base o peggio possono sentirsi in colpa per quello che sta capitando. A volte succede che l’ostilità continua anche dopo la separazione ed i figli molto spesso vengono coinvolti prendendo in carico il ruolo di custodi delle informazioni che mamma e papà non riescono a scambiarsi di persona. Questo è molto doloroso per i figli perché si sentono messi in mezzo e provano molta angoscia quando devono nascondere i segreti di mamma e papà. Quando nonostante la separazione il conflitto continua la cosa migliore da fare è chiedere aiuto a professionisti preparati sia in ambito psicologico che legale per riuscire a trovare un luogo neutro in cui affrontarsi e prendere dei provvedimenti mirati al benessere dei figli.
Dottore, come spiego che ci saranno due case?
Solitamente i bambini si adattano molto presto agli spostamenti ma bisogna sempre tener conto di tutte le energie spese, infatti, è fondamentale spiegare tutti i cambiamenti che si stanno creando e coinvolgerli nei momenti importanti come la conoscenza della nuova casa di mamma o papà. Abitualmente, dai due anni in poi, il bambino si stacca dalla figura di attaccamento primaria, che solitamente è la madre, così da poter dormire solo con l’altro genitore, che comunque raffigura un familiare di riferimento. Un oggetto come un giocattolo od un peluche, particolarmente importante per il bambino, può aiutarlo a vivere più tranquillamente il passaggio da una casa all’altra, trasmettendo sicurezza e protezione. I possibili segni di malessere non vanno mai trascurati ed in alcuni casi è utile orientarsi sulla scelta di uno psicologo per comprendere i metodi più idonei per analizzare possibili disturbi del sonno e stabilizzare i normali ritmi di vita quotidiana.
I figli sentono la nostalgia di mamma e papà insieme?
La nuova struttura familiare, in cui mamma e papà non sono nel contempo presenti, in un primo momento può produrre nei figli sentimenti di malinconia nei confronti del genitore non presente, con svariate reazioni comportamentali ed emozionali. Per i bambini è fondamentale che i genitori, nonostante la separazione, mostrino attenzioni ed interessi quotidiani per la loro vita scolastica, per le loro amicizie e per le loro attività sportive. In fine è essenziale che i figli avvertano stabilità nei legami e per questo bisogna fare molta attenzione agli scambi comunicativi tra madre e padre durante il passaggio da una casa all’altra.
Come coinvolgere i nonni?
Il tipo di legame e l’importanza che la nascita di un nipote rappresenta per i nonni, sono elementi decisivi per poter capire il livello di coinvolgimento di essi nella vicenda. Molto importante è evidenziare che la legge sulla custodia congiunta n.54/2006 ha avvalorato il diritto dei minori a conservare relazioni durature con i nonni e con i cugini, gli zii ed i parenti in generale dei corrispondenti rami familiari (qui la cosa spiegata da un punto di vista legale)
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Libro su come comunicare la separazione ai figli
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